È nuovamente in corso, in queste ore, una massiccia attività di spamming a scopo estorsivo che,
ancora una volta, viene perpetrata mediante l’invio di email in cui gli utenti vengono informati dell’
hackeraggio del proprio sistema operativo e dell’account di posta elettronica.
L’azione dei cybercriminali, sfruttando una vulnerabilità del router, si perfezionerebbe mediante
l’installazione di un “trojan horse”, ovvero un malware che, a loro dire, riuscirebbe a carpire tutti i dati
presenti nel dispositivo stesso e, in particolar modo, la cronologia dei siti web visitati, ai contatti e tutte
le email.
Da qui scaturisce la minaccia di divulgare a tutti il tipo di siti visitati e la conseguente richiesta di
denaro in criptovaluta.
ATTENZIONE, nulla di tutto ciò è reale: rappresenta un’invenzione dell’autore del reato, elaborata al
solo scopo di gettarci nel panico ed indurci a pagare la somma illecita: è tecnicamente impossibile,
infatti, che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto
– per ciò solo – installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la
webcam o rubando i nostri dati.
Ecco dunque alcuni consigli su come comportarsi:
Mantenere la calma: Il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in
atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di
nostri amici o parenti
Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti
fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale
dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un
accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro.
Proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali).
Cambiare – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse.
Non utilizzare mai la stessa password per più profili.
Abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte” ai nostri spazi virtuali, che associno
all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono
cellulare.
Tenere presente che l’inoculazione (quella vera) di virus informatici capaci di assumere il controllo dei
nostri dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici abbiano avuto disponibilità materiale dei
dispositivi stessi, oppure qualora siano riusciti a consumare, ai nostri danni, episodi di phishing
informatico: è buona norma quindi non lasciare mai i nostri dispositivi incustoditi (e non protetti) e
guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti.
source: Facebook.com: Questura Di Vicenza